Mary G


Mary G. è un grampo che il 18 giugno 2005 è entrata nel porto di Ancona seguendo la madre in evidente stato di disorientamento, ne avevano parlato le TV ed i giornali di tutta Italia.

Anche io ero andato al porto di Ancona per vederla: mi ricordo come se fosse ieri, girava con la mamma facendo capolino qua e là per prendere fiato tra lo stupore delle numerose persone sulle barche e alcune altre sulla banchina.

Alla fine, dopo aver valutato la condizione precaria, decisero dopo qualche giorno di catturarlo per fornire qualche cura e provare soprattutto a farlo sopravvivere.

Anche quel giorno ero lì, ho anche qualche foto dei soccorritori con le mute stagne che provavano con difficoltà a restringere il “campo” ai delfini per poi prenderli.

La madre morì dopo poco mentre Mary G, dopo essere stata curata dalla Fondazione Cetacea di Riccione, si trova oggi al parco Oltremare della stessa città.

Questa storia ci pone di fronte al solito interrogativo, meglio l’animale in libertà e forse morto dopo poco tempo o l’animale in gabbia a fare il giullare ma vivo?

Posto che non amo gli uccellini in gabbia, i pesci nell’acquario, gli animali in genere in luoghi poco consoni alle loro necessità, questo caso mi lascia proprio senza parole.

Un delfino che ha perso il branco, un mammifero attaccato alla madre morente, può ritrovare il suo posto in natura o è meglio fargli fare i salti nel delfinario?

Un delfino in un delfinario può stare bene e vivere felice?


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