L’Alitalia che vorrei


Dunque, iniziamo dalla fine e senza tanti giri di parole: l’Alitalia che vorrei è un’Alitalia fallita.

Più volte l’ho scritto in passato, ma in questi giorni sto subendo un attacco furibondo alla mia stabilità mentale; tutti i media parlano di questa stramaledetta Alitalia e di questo accordo che non si fa mai, fatti che succedono solo in Italia.

Io (come molti) non ne posso più!

Devo dire che mi sono sentito sempre un po’ nazionalista ma questo tentativo di Berlusconi di far passare il salvataggio dell’Alitalia come un esempio “nazionalistico” proprio non mi piace, l’Alitalia non è più da un pezzo la compagnia di bandiera, è casomai il buco nero sulla bandiera!

Sin da piccolo ho pensato che una nazione degna di questo nome avrebbe dovuto disporre di meccanismi atti alla tutela della giustizia sociale: la questione Alitalia è quanto di meno somiglia alla giustizia sociale.

Qui parliamo di una categoria (almeno quella dei piloti) che è strapagata, con diritti che non ha nessun’altra categoria, un contratto che potrebbe prevedere 7 (dico sette) anni di ammortizzatori sociali, tipo cassa integrazione all’80 %.

Non male eh? Guadagnare 10.000 (o più) euro al mese e restare con l’80% dello stipendio senza fare niente.

E i sindacati? I nove sindacati che si stanno confrontando con il governo?

Ma come si fa da una parte a chiedere maggiori stipendi per chi guadagna 800 euro al mese e dall’altra la tutela di queste cifre anacronistiche?

150 piloti per 5 aerei cargo non sono un po’ troppi?

Io non avrei nessun problema a chiedere uno stipendio così alto ad una azienda che va bene ma la realtà delle cose ci dice che gli altri operatori hanno dei contratti molto più modesti, il periodo non è di certo quello delle “vacche grasse” e, last but not least, come va l’azienda? Malissimo!

Se Berlusconi volesse riconfermarsi tra 5 anni con un 10% in più di consensi dovrebbe segare questo ramo secco, liquidare l’azienda, aprire un fondo per i piccoli risparmiatori e scalarci dalle tasse lo stipendio di piloti e dirigenti!

Così farebbe finalmente una cosa giusta!


4 risposte a “L’Alitalia che vorrei”

  1. Se fossimo in un paese moderno Alitalia chiuderebbe e tutti andrebbero a spasso (leggi a cercare un altro lavoro). In Italia non sarà così, la parte sana della compagnia se la prenderanno gli amici degli amici, il costo sociale di anni di inifficienze lo pagheremo tutti…

  2. Berlusconi come al solito fa il furbetto
    Prima tira in ballo il nazionalismo e rifiuta le offerte di Airfrance, ora che sono nella merda ancora più di prima riprende a considerarle
    Il prestito ponte che aveva fatto, col parerte negativo da parte degli altri paesi europei, sarà molto probabilmente pagato da noi, al contrario di come aveva detto il nostro premierino

  3. @ S.B.: la procedura che si metterebbe in moto se l’Alitalia fallisse potrebbe riservare risultati inattesi. Forse, e dico “forse”, qualche buon giudice potrebbe indagare sulle responsabilità di amministratori e dirigenti.
    @bahrabba: non posso che quotarti.

  4. alla fine la pagliacciata alitalia é finita… ipotecando la vendita a airfrance quando berlusconi sará giá al quirinale. intanto lo stato si é dovuto digerire quei x milioni di euro di debiti, piú le spese per gli ammortizzatori sociali per non so quanti lavoratori lasciati a casa, piú che alla fine non gli entra in tasca niente (con la vecchia offerta di airfrance lo stato italiano sarebbe diventato azionista di airfrance, la piú grande compagnia aerea del mondo, con un non disprezzabile 3%). e poi lui avrebbe salvato l’italianitá? ha salvato solamente l’italianitá dei debiti…

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