Purtroppo la vita non riserva a tutti gioie e soddisfazioni.
Capita che a 30 anni e poco più cerchi di rimanere aggrappato al treno che corre veloce ma non ci riesci e cadendo lasci in un solo colpo genitori, figli, compagni, una serie di persone che ti vogliono bene e che sarai costretto a non vedere più, a meno che non ci sia questo aldilà del quale alcuni parlano e sul quale ripongo comunque nutrite speranze.
La vita può trasformarsi in tragedia in meno di un anno: mentre doni la vita ti capita di tossire e di capire dopo poche ore dove è il traguardo, capita di morire affogato, senza pace, battendo i piedi per riuscire a prendere l’ultimo respiro.
Forse si è consumato l’ultimo atto di una tragedia inattesa, forse la tragedia è solo iniziata: ora c’è il secondo tempo, quello più lungo, quello più duro, per tutti quelli che sono rimasti.
Tristezza, sbandamento, depressione, amarezza, impotenza, tutti sentimenti che proviamo noi sopravvissuti e che non servono a nulla.
Chino il capo e prendo quel che di buono c’è, finchè c’è, questo mi è rimasto.
Il resto, tutte queste istanze da terrestri inconsapevoli, ora mi importano poco.
Forse potrei chiedere l’aiuto di qualcuno che mi vuole bene, ma il mio essere fondamentalmente asociale mi porta sempre a pensare che la fotocamera in mezzo ad un campo è la migliore amica.
Probabilmente cambierò, alla fine il tempo farà il suo lavoro di pulizia dell’anima, ma ora questa è sporca, è nera, macchiata indelebilmente.
Una fatto “positivo” però c’è: ora posso parlare insieme a lei senza limiti, senza il problema della distanza, senza il problema della lingua, di giorno e di notte, quando voglio io, confidandole quello che non le ho mai detto, nell’attesa di un domani migliore rivolto all’eternità!
Una risposta a “Ciao ciao mondo”
sembriamo sempre intoccabili e poi un giorno un macigno ci piomba addosso. Nel dolore, nei mille pensieri di cose non dette, non fatte o non fatte come volevamo, è bello riscoprire quello che ci sta intorno. E’ bello riscoprire gli affetti e pensare all’essenziale. Per un attimo, ma un attimo che ogni volta successiva dura sempre di più.